scritti postumi di un mercoledì mattina.

Di mattina fa male agli occhi. Sembrano tagli, da dentro.

Poi il sole e l’aria fredda brciano, senza cicatrizzare.

 

E’ il primo pensiero stamattina, quando le palpebre erano ancora incrostate dalle lacrime.

Non ricordo il momento in cui mi sono addormentato. Probabilmente piangevo.

Ancora. come ora.

 

Guidare sul raccordo a 40 all’ora, sentire lontane le vite che ti sfrecciano accanto.

Radio spenta. Solo l’eco del mio respiro ovattato in cui mi sono rinchiuso.

Tengo in mano un fazzoletto lurido di ieri. Gli chiedo di pulirmi l’anima.

Non può.

Il vuoto, dentro, si allarga. e s’accompagna col vuoto accanto a me.

Non c’è. Le ho detto di andarsene.

Di lasciarmi solo. Nonostante la paura che m’attanaglia.

Nonostante tengo a freno l’acceleratore per paura di una follia. Che ora non pare così folle.

Spiegherebbe tutto. Darebbe un senso al mio nome.

Ho gli stessi vestiti di ieri, unti del nostro pianto.

E’ così che i fantasmi delle sue meraviglie mi stringono come graffi d’Amore.

Scavano come acqua sulla sabbia. Trasudano come fumo tra le trame di un cappotto.

E vedo la sua schiena in una notte di Pisa. E il suo cuore che si blocca. E il suo abbraccio a stringere la mia crisi. Il suo pugno che cercauna rabbia verso di me.

E i nostri gemiti come le urla dei neonati che hanno paura di non saper respirare.

che non vogliono quest’aria libera che brucia i polmoni.

e con gli occhi, per giorni, vedono attorno solo ombre, prima di distinguere i colori.

Non so te, ma io ora sento solo buio.

 

ma è mio, ora. e se ci riesci tu puoi uscirne.

scritti postumi di un mercoledì mattina.ultima modifica: 2009-11-25T16:47:51+01:00da ma.el
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