Tommy

seduto su quella panchina,

come se il tempo lo avesse unito per sempre a quelle assi.

la luce del lampione era ormai fioca e intermittente

a difendere dai fantasmi notte era più il suo simbolo,

come uno spaventapasseri.

un fiammifero troneggiava tra le dita di Tommy,

un vecchio svedese spento,

l’unico punto in cui non cadeva la pioggia.

si, pioggia,

pesante, insistente, indifferente,

indifferente anche al suo sciogliersi tra le lacrime di Tommy.

noncurante del suo fiato che tremava,

pronta a spezzare l’alito spaventato.

il rumore di quell’esercito di lacrime

rendeva sordo ogni mugolio di voce,

ogni singhiozzo.

solo il battere incessante di dura pioggia.

fuori.

e dentro, dentro il silenzio dell’attesa.

il silenzio dell’alba e del tramonto.

 

solo un’immagine riempiva i suoi occhi,

e se avessero potuto parlare,

i suoi occhi,

avrebbero ripetuto incessantemente un nuovo tantra

dall’eco irraggiungibile,

dalle vibrazioni lontane,

ma che oscillava già

sulla sua pelle:

 

“…uno schiaffo del vento…”

“…uno schiaffo del vento…”

sulla sua pelle

…uno schiaffo del vento…

 

 

buona fortuna Tommy

Tommyultima modifica: 2007-05-28T20:15:40+02:00da ma.el
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