Pisa, prima scena: si accende la candela.

e domani si torna su, in quella città piccola per l’aria che ho sempre respirato; proprio ora che ho riscoperto le minuzie della mia metropoli.
Cari stretti amici mi faranno da autisti. è il regalo più bello che potessero farmi.

Tornerò tra le assi e le poltrone di quel posto magnifico, pieno di polvere dei fantasmi. Spiriti del futuro, che lì siederanno, e spiriti del passato, che lì hanno sognato.
Tra le urla, gli imprechi, le lamentele al caffè, le trombe che jazzano in camerino mentre un corpo infreddolito suda tra la torba e una luce ambra cercando di capire cosa sta facendo… torneranno tra le mie labbra l’eco di battute che hanno passato i secoli prima di arrivare al mio respiro ed essere viste esaltate nel loro bistrattamento.
Pisa città pendente, non solo la torre, anche il pavimento di casa.
E in me invece è sempre meno a vacillare. diventa davvero tutto “normale”.

La nuova sfida, la nuova scoperta vera, sono due mani che colgono un fiore senza che me ne accorga e con delicatezza lo chiudono nel pacchetto vuoto di camel. Panico, vuoto, pieno, stallo, domande, risposte, fisarmoniche piene di note nella testa, lampadina che esplode.
Le stesse mani che imparano ad accarezzarmi. E sembrano riuscire a farlo anche a km di distanza, anche quando solo qualche ora di ritardo me le fa sfuggire dal respiro.
Fotografie cancellate che rimangono in testa a far bollire il sangue.
specchi che rifrangono la stessa risposta a nessuna domanda.
L’abbraccio più naturale del mondo, di un minuto come fosse un anno, di una settimana come fossero dieci.
E fiatone pieno di occhi che imparano a piangere; mentre escono parole quasi vuote di senso per quanto suonano povere, suoni che riempiono a manciate orecchie sorde a quel mondo che scorre immobile sullo sfondo.

hai raccolto tutta la mia debolezza che si è sciolta davanti a te, l’hai riscaldata tra le tue mani e poi hai aperto i palmi per farla continuare a volare.
tornerò su, per continuare a volare. con te dentro. con te accanto.
perchè tutto quello che riesco a sognare è pieno di te.

Pisa, prima scena: si accende la candela.ultima modifica: 2008-12-27T04:06:00+01:00da ma.el
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