forse è solo un passo indietro prima di un grande salto

o forse è paura.
le gambe spingono avanti, sicure, spedite, stavolta senza dubbi nè esitazioni.
e la mente torna sempre più indietro, all'era dei dubbi.
l'era dei dubbi.
quasi con nostalgia torno a trovarla, cercarla dentro.
come a rifugiarsi in un abbraccio sicuro, una tana materna.
forse è solo una mano tesa indietro mentre le gambe già sono partite, come a non voler slegare qualcosa che si lascia alle spalle, come a voler trattenere qualcosa che in fondo già non c'è più.
e tu sei nel mezzo.
forse è solo una vacanza in un vecchio posto pieno di ricordi e sensazioni lontane, come a ricercare una parte di me stesso, ritrovare le orme di dove sono passato, seguire le strade che ho percorso attraverso le emozioni… e poi non so.
non so cosa accade.
e tu sei nel mezzo.

in questa stanza che non è la mia.
io sono nel mezzo.
le gambe già vanno.
la mente si rifugia indietro.
in viaggio da mattina a sera.
tornare in na stanza che non è la mia, ma che mi sbatte in faccia tutti i ricordi di una vita.

e tu sei nel mezzo.
e mi ritrovo incapace di qualsiasi cosa con te.
incapace.
con te che sei nel mezzo.
esci così da tutto.
io sono già fuori da te.
e tu esci, trascinandoti via tanto di me, tutto ciò che avevo, tutto quello che ti ho dato.
non me ne lasci nemmeno un pò.
e io mi rifugio nel passato più lontano di te, per ritrovare qualcosa da dove poter ripartire.
quando le gambe sono già partite.

e questa stanza che non è la mia mi accoglie con ambigua leggerezza. sembra non fidarsi, sembra voler conoscermi poco per volta.
quando io ho più bisogno di qualcuno che mi conosca dentro.
qualcuno che conosca già il sapore di queste lacrime.
qualcuno che è lontano.
e mi chiedo se più nello spazio o nel tempo.

            una università che mi tira con forza nei suoi binari
            un'accademia che ora può voler dire tutto per me, con il corpo che non mi lascia il tempo di esitare, non accetta più scuse per una portone che non posso lasciar sfuggire come gli altri.
            una stanza che non è la mia. forse lo diventerà, o io diventerò suo.sarà una sfida ad armi pari, un confronto onesto che sfogherà ogni mia tossina.
            una casa che si costruisce montando pezzetti del mio futuro, legandomi con spirali lentissime ad un qualcosa che non riesco ancora a vedere.
            voci che sono quelle.voci che ci sono,ma mi sfuggono.e io da loro.
            la carezza che manca.
            l'abbraccio che c'è ma non da mai tempo di calore vero.
            vestiti che scorrono sulla pelle.
            musica che torna ad esser nuova come mai lo è stata, entrando dentro e trovando i suoi spazi perfetti.
            lei che è lontana.
            tu che sei nel mezzo e che già hai riempito tutto, come fossi stato solo acqua.
            loro che non sono quel marmo. non ne hanno le venature.
            e io che in tutto questo sono felice dentro. felice di avere tutto questo. felice anche di star male, di sentirmi vivo, di ritrovare una sensibilità fatta di emozioni pure e deboli. felice di avere due gambe che vanno spedite senza ascoltare le spirali della mente.
felice di aver tutto.
e di continuare a cercare.

forse è solo un passo indietro prima di un grande saltoultima modifica: 2005-10-06T12:52:41+02:00da ma.el
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